Lame di luce by Michael CONNELLY

Lame di luce by Michael CONNELLY

autore:Michael CONNELLY [CONNELLY, Michael]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
Tags: Lost Light
editore: Piemme Editore
pubblicato: 2007-05-14T16:00:00+00:00


22

Arrivato a Burbank, mi infilai nel parcheggio delle auto a lunga permanenza, tolsi la sacca dal baule e presi il tram fino al terminal. Al banco della Southwest acquistai con la carta di credito un biglietto di andata e ritorno per Las Vegas. Il volo sarebbe partito in meno di un’ora. Passai i controlli regolamentari, mettendomi in fila come tutti gli altri. Misi la sacca sul nastro del metal detector e depositai l’orologio, le chiavi della macchina e la scheda di memoria in un vassoio di plastica. Mi accorsi di aver dimenticato il cellulare nella Mercedes e pensai tanto meglio, così non riusciranno a rintracciarmi.

Vicino al gate di partenza comprai una scheda telefonica da dieci dollari e mi diressi verso una serie di telefoni poco distanti. Lessi un paio di volte le istruzioni della carta, non perché stentassi a capirle, ma perché volevo prendere tempo. Finalmente staccai il ricevitore e composi il numero. Lo conoscevo a memoria, anche se era quasi un anno che non lo usavo.

Mi rispose dopo due squilli, e capii subito di averla svegliata. Fui tentato di riattaccare, sapendo che anche se le fosse comparso il numero sul display, non sarebbe riuscita a risalire fino a me. Dopo il secondo «pronto» mi decisi a parlare.

«Eleanor, sono io, Harry. Ti ho svegliata?»

«Non preoccuparti. Va tutto bene?»

«Sì. Hai giocato fino a tardi ieri sera?»

«Più o meno fino alle cinque. Poi siamo andati a fare colazione. Che ore sono? Ho l’impressione di essere appena andata a letto.»

Le dissi che erano le dieci passate e lei rispose con un gemito. All’improvviso non mi sentii più così sicuro, anche perché mi ero bloccato su quel «noi» che aveva usato alludendo alla colazione. Comunque non le feci domande, il nostro rapporto non prevedeva più curiosità del genere.

«Che cosa c’è, Harry?» chiese, rompendo il silenzio. «Sei certo che va tutto bene?»

«Sì, ti ho detto. Il fatto è che anch’io sono andato a dormire più o meno alla stessa ora.»

Ci fu un altro silenzio, durante il quale mi accorsi che stavano imbarcando il mio volo.

«E per questo che mi hai telefonato? Per dirmi che hai dormito poco?»

«No, il fatto è che ho bisogno di aiuto. Ho da fare delle cose a Las Vegas.»

«Di che genere di aiuto stai parlando? Non mi hai detto che eri andato in pensione?»

«Certo, ma c’è qualcosa a cui sto lavorando… Comunque, mi stavo chiedendo se non potessi venire a prendermi all’aeroporto. Arrivo tra un’ora.»

Tacque di nuovo, come se stesse riflettendo su tutte le possibili implicazioni della mia richiesta. Mentre aspettavo, sentii una morsa stringermi il petto. Stavo pensando alla teoria dell’unico proiettile, quando lei riprese a parlare.

«Ci sarò. Dove vuoi che ti porti?»

Mi accorsi che, per tutto quel tempo, avevo trattenuto il fiato. Lo lasciai uscire in un respiro liberatorio. Dentro di me, nei risvolti segreti del cuore, sapevo che mi avrebbe risposto così, ma il fatto di sentirlo dalla sua viva voce non fece che confermarmi la forza dei sentimenti che ancora provavo. Cercai di immaginarmi come doveva essere



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